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Recensione - “MARE FUORI”, la serieTV che sta spopolando tra i giovani e non solo

Aggiornamento: 2 lug 2023

“Mare fuori” è senza dubbio la serie TV italiana del momento.



Targata Rai Fiction e divisa in 3 stagioni (per il momento), al suo esordio in streaming è stata vista da 12 milioni di spettatori in 24 ore e, grazie all’immediato successo, gli attori sono stati anche invitati a Sanremo. Anche i primi due capitoli avevano accolto un gran numero di spettatori, collocandosi già ad un gradino molto alto di televisione italiana: la terza stagione alza ulteriormente l’asticella aggiungendo pathos e intensità in un territorio come Napoli e l’Italia in generale. Tra gli elementi innovativi, rientra sicuramente anche il reparto sonoro attraverso musiche che contribuiscono ad incrementare ancora di più l’atmosfera all’interno nell’IPM .

Il segreto della sua straordinaria riuscita risiede tutto nella trama.


Lealtà, inganno, tradimenti, vendetta, rabbia e dolore: questi sono i temi più importanti della terza stagione di “Mare fuori”, incentrata sul viaggio di alcuni ragazzi nell’immaginario IPM - Istituto Penitenziario Minorile - di Napoli, condizionati da un contesto socio-culturale di violenze e diseducazione. Lo scopo della serie è proprio quello di ristabilire la bussola morale di questi giovani, scavando a fondo nelle loro psicologie e costringendoli a diventare adulti, forse troppo in fretta.


Tutti i detenuti hanno storie diverse e particolarmente complesse: alcuni sono stati arrestati per crimini non commessi; altri provengono da un ambiente familiare disfunzione; alcuni appartengono a famiglie criminali e non hanno alcuna intenzione di cambiare vita, mentre altri, con fatica, vogliono distaccarsene per vivere diversamente.


Tra quelle mura a picco sul mare, avranno la possibilità di navigare nel loro mare interiore, crescere, innamorarsi e cambiare, poiché ognuno ha la sua linea narrativa che, a volte, si intreccia con quella di un altro detenuto e si evolve. Sarà proprio questo che dà allo show non solo un tocco innovativo, ma anche moderno e diverso da tutto ciò che si è abituati a vedere.


Al di là del legame affettivo che, volente o nolente, si instaura tra i personaggi e il trasporto emotivo che la trama porta con sé, vengono messe al centro storie che potrebbero sembrare assurde o inverosimili; la verità è che questa serie ha avuto un coraggio non indifferente nel rendere alla portata di tutti una realtà che molti giovani sono costretti a vivere, quando la criminalità prende il potere e si infiltra sia nella comunità che nella società.



Tutto alla luce del sole, metafora di un mondo che non dimentica, non perdona e non può accettare di sbagliare.


Il maggior pregio di “Mare Fuori” è indubbiamente il non aver paura di osare facendo dell’audacia, che troppo spesso manca, parte del metro del successo. La serie descrive in maniera accurata un’aderenza verosimile ad una realtà che , purtroppo, persiste ancora oggi nel nostro Paese -e non solo- e Napoli, in questo caso, ne è solo un illustre rappresentante.


Tra le sbarre, però, c’è anche la speranza di un cambiamento che mira ad una crescita personale e di gruppo, abbracciando le varie sfumature di una vita in divenire, come quella di un ragazzo.


“Mare fuori” è, dunque, una serie curata in ogni dettaglio, dove nessun particolare è lasciato al caso, alla portata di chiunque, grazie al linguaggio utilizzato, sia narrativo sia cinematografico, e basata sulla giusta speranza di recuperare molti aspetti quali la famiglia, l’amore e la libertà.


Tutto questo si traduce in una serie imprevedibile, commovente, a volte angosciante, ma estremamente emozionante.



Ilaria Bottiglia


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