Anni ‘80: giubbotti lucidi, cinture luccicanti, capelli lunghi, folti e scarpe che, a guardarle oggi, ricordano modelli che noi, ragazzi della generazione Z, compriamo per stare al passo con la moda. Ebbene così i giovani esprimevano il loro modo di essere "spregiudicato" in un mondo che per le apparenze sembrava meno discriminatorio di quello che era realmente.
In quegli anni le sale dei cinema proiettavano E.T., Star Wars e Christopher Lloyd interpretava uno scienziato che viaggiava avanti e indietro nel tempo nel pluripremiato e lodato film Ritorno al futuro. Proprio in questo contesto dobbiamo immaginarci di essere Mason, ragazzo appassionato di musica che, tornando a casa con suo padre, all'interno di una Cadillac nuova di zecca e con in mano un walkman, oggetto che può sembrare preistorico (d'altronde Spotify risolve più problemi di quanto possiamo pensare), che apre e al cui interno inserisce una cassetta di un artista che, nell'ultimo periodo, sembra aver conquistato il mondo: Michael Jackson. La sua musica era innovativa, il modo in cui si muoveva sul palco, unico e irripetibile.
Da dire che i suoi contemporanei non scherzavano affatto: gli Iron Maiden si esibivano con melodie che ponevano una coperta al loro metal, a scontrarsi con il mondo delicato e pavoneggiante dei Duran Duran; i The Police invadevano l'America con il pezzo Message in a bottle e i Queen, con il loro manager Paul Prente, riuscivano, con una canzone di sei minuti spaccati, a finire in radio. Tutte band e artisti che, sotto le ali della neonata MTV e delle loro case discografiche, hanno di fatto reso globale il loro modo di fare rock, così sprovveduto e limitless, dando a vita a quella che definiamo New Wave.
Proprio in questa macrocorrente, abbiamo selezionato degli artisti che culturalmente e musicalmente hanno fatto la differenza in Italia e nel mondo.
Michael Jackson
Nasce negli Stati Uniti, a Gary, città dell'indiana. Fin da piccolo, trova conforto nella musica; infatti, i suoi sette fratelli amano cantare per casa, ispirati dal padre, ex chitarrista dei Falcons. Proprio questo amore spronerà i ragazzini della famiglia Jackson a dare vita a una band, che avrebbe avuto un enorme successo, i Jackson Five. Tra tutti i fratelli, Michael aveva ereditato, oltre che la passione per la musica, una paura e un senso di odio nei confronti del padre, sentimento che muterà in un complesso nel corso della carriera del Re del Pop. I successi dei fratelli come gruppo si alternarono a quelli da solista: Got to be there, Ben e Forever, Michael sono alcuni di questi brani "virali". La svolta avvenne all'uscita di Thriller, che per ben 37 settimane entrò nella classifica Billboard, chiaramente al primo posto. Thriller è un album descrivibile con una parola: assoluto.
Pezzi come The Girl is mine, cantata insieme a Paul McCartney, Billie jean, uno dei brani più ascoltati e adorati nella storia della musica, o ancora Beat it, prodotta assieme a Van Halen, chitarrista che assunse ruolo cardine nel comporre quello che era il contesto rock anni '80. Questo disco rese immortale la figura di Michael Jackson, assieme alla vicenda della sua morte. Dopo una vita stellata di tour mondiali e riconoscimenti senza fine, MJ era una persona completamente cambiata, introversa, con cenni di bipolarismo, e bianco di pelle, per la vitiligine; il Re ricorse a diversi interventi chirurgici per schiarire il colore della sua pelle.
Oramai la sua brillantezza sembrava essersi affievolita ed è proprio in questo momento che, il 25 Giugno del 2009, a causa di un abuso per una somministrazione di propofol, il penultimo figlio della famiglia Jackson abbandonò un mondo che aveva aiutato a rendere migliore.
"Dobbiamo imparare a vivere e ad amarci l'un l'altro, prima che sia troppo tardi. Dobbiamo smetterla! Dobbiamo fermare il pregiudizio, l'odio e smetterla di vivere nella paura del nostro vicino. Insieme possiamo cambiare il mondo".
MJ
The Cure
Metà anni '70 - Londra. tTa la pioggia e lo smog, le strade brulicavano di ragazzi vestiti in modo diverso dalla massa, aggressivo e irriverente per certi versi, uno stile ricco di borchie e spille: loro sono i punk, che urlano la loro rabbia e il "No future" attraverso il loro modo di essere e di vestire. Tra questi ragazzi, verso la fine del decennio, nasce un'altra sottocultura, più cupa e per certi versi triste. Mentre il punk urlava contro il passante, i ragazzi di questa nuova cultura urlavano dentro: furono chiamati dalla massa i "Dark", anche se, in realtà, erano persone che si discostavano dalle sonorità aggressive e primitive del punk, per cercare di creare qualcosa di più elaborato musicalmente, introspettivo e riflessivo nei testi; loro erano i gruppi del "post punk" e della "new wave". Tra questi gruppi ricordiamo i The Cure, nati a Londra nel 1976.
La New Wave in Italia
L'epoca della New Wave in Italia tardò ad arrivare e faticò a diventare popolare. Infatti, quella che era l'arte del cantautorato e del neorock psichedelico infestava le classifiche da diversi anni. Artisti come Litfiba o Neon portarono al "mainstream" questo genere, soprattutto per quella che era la fascia di ascoltatori più giovane. Ci sono stati artisti, però, che nella loro carriera diedero impulso a questo genere molto inclusivo, tramite album che sono rimasti nella cultura del nostro Paese. Dalla rese pop delle canzoni derivate dalle influenze americane, in particolar modo gli album Bugie o l'Omonimo Dalla. I CCCP hanno rivoluzionato il concetto di punk e il manifesto culturale tramite la musica, ma questi album, anche se derivati da una grande ispirazione dal mondo del Synth Pop e dell'elettronica più rudimentale, mancano di quella ascesi e peculiarità presenti ne La voce del padrone del maestro Battiato.
Franco Battiato
Nato a Jonia nel 1945, Francesco Battiato cresce in un'Italia del dopoguerra che fioriva di cantautori e il suo amore per la musica comincia a sbocciare sin dagli anni '70. Franco (nome d'arte di Francesco) pubblicò i suoi primi brani con l'etichetta Bla Bla e, poi, passando a Ricordi, fa uscire Feedback, lavoro riassuntivo dei precedenti con la sua ex casa discografica; con la sua bravura, Battiato vinse nel '78 il premio Karlheinz Stockhausen. Da lì la sua scalata al successo, la firma con la EMI e la pubblicazione nel 1981 de La Voce del padrone. Questa è un'pera di completa devozione alla sperimentazione concettuale-musicale: strumenti come archi, organo, vibrafono, sintetizzatori e sequencer lasciano un contorno che, con altrettanta bellezza, accompagna i testi del maestro. Brani come Cuccurucucu' e Centro di gravità permanente ebbero un grande riconoscimento europeo, così tanto che La voce del padrone vendette più di un milione di copie. Negli anni che passarono dopo il suo grande successo, Battiato pubblicò diversi album con un elevato valore artistico come Caffè de la Paix o L'imboscata, che uscì preceduto dal singolo La Cura. La vena artistica lo portò a continuare lavori di diverso genere fino ai suoi ultimi anni di vita, facendo uscire Torneremo ancora, riassunto dei suoi ultimi lavori musicali, prima della sua morte, avvenuta il 15 maggio 2021.
a cura di Antonio Amsdem e Simone Ceci
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