top of page
Immagine del redattoreFuori Registro

La natura, madre della vita sulla terra, soffre

Aggiornamento: 27 mar

Terra, aria e acqua soffrono e la colpa di tutto ciò non è della natura che ci ha generato, ma dei comportamenti umani.

La vita sulla terra è nata dall’acqua e dall’acqua, mediante modifiche genetiche e ambientali, sono nate e si sono evolute le specie vegetali e animali. Così le acque, culla dei viventi, hanno rappresentato per l’umanità tanto un pericolo da cui difendersi quanto una risorsa alimentare e un mezzo attraverso cui raggiungere posti lontani per poter scambiare esperienze e beni.


Nel corso della storia umana, la terra nel suo complesso non è stata considerata sempre come un bene da preservare, in quanto le attività umane hanno attinto ai suoi doni in modo illimitato; le stesse Sacre Scritture attribuivano all’uomo il potere di usarne e, nell'eccesso del suo utilizzo, si è arrvati ad abusarne, senza limite e rispetto. Fino alla rivoluzione industriale, il consumo delle risorse non impoveriva più di tanto l’ecosistema, perché i consumi e i cicli di rigenerazione naturali erano compatibili alla crescita dell’umanità. Quando, però, nel corso del diciottesimo secolo, l’uomo ha capito che alla fatica umana e animale si sarebbe potuta sostituire la forza del vapore, il progresso complessivo ha subito una violenta accelerazione e, per creare forza lavoro, si è cominciato a estrarre e bruciare le riserve fossili prodotte dalla natura in milioni di anni: prima il carbone, poi il petrolio e, successivamente, il gas, che potevano essere adeguatamente sfruttati per sostituirsi alle fatiche materiali dell’umanità.



Ecco allora che, negli ultimi tre secoli, si è assistito alla nascita di macchine e tecnologie, che hanno da un lato portato benessere, seppur in modo socialmente e geograficamente diseguale; dall'altra, a questo stesso benessere ha corrisposto un eccessivo carico per i meccanismi rigenerativi della Terra. Se aggiungiamo a ciò l’aumento demografico che proprio il benessere ha prodotto, ci rendiamo conto di aver sottoposto l’ecosistema mondiale a un carico insostenibile.


Già dagli anni ’60 del secolo scorso, gli scienziati più sensibili e lungimiranti segnalavano l’insostenibilità del modello di sviluppo, troppo orientato alla produzione e al consumo, ma le valutazioni economiche tese al profitto hanno sempre ignorato tali segnali: si procedeva solo in vista del guadagno economico ignorando o sottovalutando i rischi per l’ambiente.


La natura, madre della vita sulla terra, soffriva; ma l’economia non ammetteva prudenza e, così, per diversi decenni, fino a che il problema dell’ecosostenibilità non ha cominciato con forza a deteriorare, oltre al "capitale natura", anche la stessa qualità della vita umana.


Oggi la sensibilità su questi temi è in crescente aumento. Ma c’è voluta una crociata avviata da una bambina ipersensibile, di nome Greta Thunberg, per aggregare il mondo dei giovani che vedono compromesso il loro futuro.



Giorgia Castorina


42 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Comentários


bottom of page