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A proposito di "viaggi di istruzione"

Aggiornamento: 23 apr

Qualcuno ha “colpa” se non si organizzano i viaggi di istruzione nelle scuole, in questi ultimi anni?

Se si parla dei viaggi di istruzione di più giorni con i nostri genitori, fratelli, zii o amici più grandi, sicuramente loro avranno qualche aneddoto da raccontarci su questa esperienza. Ma noi potremo fare altrettanto?


Quest’anno, per qualcuno, sembrerebbe di no. In situazioni come queste, sarebbe facile addossare tutta la responsabilità esclusivamente alla “scuola”, per non essersi saputa organizzare per tempo, o per aver offerto ai ragazzi poche opzioni tra cui scegliere, molte delle quali precludevano la possibilità di partecipare ad alcuni studenti, visti i costi elevati.


Ma siamo sicuri che la “mancanza” si sia verificata soltanto nella nostra scuola? In fondo, molti altri istituti hanno rinunciato ai viaggi di istruzione.

E’ giusto parlare di “colpe” in un momento storico così difficile?


Certamente le cause di questa situazione sono molteplici, non attribuibili ad una singola istituzione o ragione e, quindi, di difficile valutazione: un dato di fatto è che organizzare un viaggio di istruzione, dopo i gravosi anni del Covid, è diventato molto complicato, per i costi sempre in aumento, ma anche per la mancanza di strutture che accettano viaggi(atori) del genere “gite scolastiche”.


Di sicuro chi sentirà di più la mancanza di questi momenti saremo noi gli studenti. Stiamo perdendo occasioni di cultura e socializzazione che, forse, non potremo più recuperare: un viaggio con la propria classe non è cosa da tutti i giorni. La domanda conclusiva che ci poniamo è: “Si potrà ancora tornare a organizzare un viaggio di istruzione per tutti?”.


Secondo noi, è una cosa fattibile. L’anno 2023/2024 ci ha donato un barlume di speranza: alcune classi sono partite per più giorni, ma tante altre no, come alcune quinte del nostro Istituto, che, un po’ per “cattiva sorte”, in quanto entrate nell’anno del Covid, e un po’ per imprevisti vari, non sono mai riuscite a mettere in cantiere una visita di più giorni.

La speranza è che l’anno prossimo tutti possano partire e iniziare ad accumulare ricordi che, per altri, ormai sono persi.


Se abbiamo evidenziato questa problematica non è stato per creare polemica, poiché di questioni aperte ce ne sono già tante, ma per mettere in evidenza un limite della nostra scuola.

La nostra rubrica non ha intenzione di fare accuse: vorremmo solo farci ascoltare, ponendo domande.

Lucia Saccoccio


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