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Segreti nascosti dietro le mura dell'Orfanotrofio: la storia avvincente della famiglia Antonelli

Aggiornamento: 28 mar

Nel cuore della pittoresca città di Terracina si cela un segreto avvolto nell'ombra dei secoli: l'Orfanotrofio Antonelli, un'imponente struttura che si erge come custode silenzioso di storie e destini intrecciati.


Dentro le sue mura, infatti, si nasconde una storia intrigante: quella della famiglia Antonelli, una "dinastia" ricca di fascino e mistero, che ha plasmato non solo la città di Sonnino, da cui proveniva, ma anche il destino dei suoi abitanti più vulnerabili insieme a quelli di Terracina. Tutto ebbe inizio con la figura carismatica di Gregorio Antonelli (1802-1882), un possidente visionario con un cuore d'oro che ha trasformato le fortune della sua famiglia in una missione per il bene comune.


Originario di Sonnino, un piccolo borgo medievale situato tra le colline del Lazio, egli incarnava l'essenza stessa dell'italianità: passione, dedizione e un profondo senso di comunità, non disgiunti da una certa propensione al mecenatismo e all'imprenditorialità.



Tra storia e mito: il legame degli Antonelli con Terracina


La storia della famiglia Antonelli si è intessuta con quella di Sonnino fin dalle sue origini, alla metà del '700, ma fu con il trasferimento a Terracina (1813) che il suo nome divenne definitivamente leggendario.


Sorretto dalla buona sorte dei suoi numerosi beni e spinto dalla sua inesauribile compassione per i bambini orfani, Agostino, erede di Gregorio, figlio di Domenico, decise di donare una parte considerevole della sua fortuna per la costruzione di un rifugio sicuro e accogliente per coloro che erano meno fortunati, forse ispirato dalla matrona Celia Macrina (inizi del II sec d.C.), ricordata nell'epigrafe romana, rinvenuta nella parte bassa di Terracina e poi salvata, in copia, dall'oblio del tempo e dalla cieca forza distruttiva della Seconda Guerra Mondiale, che aveva fatto scomparire l'originale. L'Orfanotrofio Antonelli (1886) divenne presto un faro di speranza per gli abitanti di Terracina, un luogo in cui 25 bambine orfane (19 di Terracina e 6 di Sonnino) trovavano non solo un tetto sopra la testa, ma anche amore, istruzione e una seconda possibilità nella vita. La famiglia Antonelli non si limitò a finanziare la struttura, ma si impegnò attivamente nel suo funzionamento quotidiano, offrendo supporto emotivo e materiale a tutti i suoi ospiti, come nel caso del laboratorio di cucito femminile, istituito da Maria Emma, moglie di Agostino.



Tuttavia, la facciata di generosità e benevolenza sembra nascondere anche segreti oscuri e intrighi familiari. Le voci di antiche faide e tradimenti circolavano non solo tra le mura dell'Orfanotrofio, alimentando il mito della famiglia Antonelli come una dinastia "ingegnosa". Alcuni sostenevano che la loro ricchezza fosse stata accumulata attraverso mezzi illeciti, mentre altri sussurravano di oscure pratiche, come l'acquisto del titolo nobiliare dagli Antonelli di Senigallia, e patti con illustri esponenti ecclesiastici romani.


Ma, quale che sia la verità dietro le leggende, una cosa rimane certa: gli Antonelli hanno lasciato un'impronta indelebile nella storia di Terracina e oltre. L'Orfanotrofio, che portava il loro nome e ora si è trasformato nella Fondazione omonima, continua a rappresentare un simbolo di speranza e rinascita per le generazioni future, mentre il loro lascito vive ancora nei cuori di coloro che hanno conosciuto la loro generosità e il loro mistero e nelle numerose tracce del passato tramandate: lo testimoniano non solo il complesso monumentale della Chiesa del Salvatore, con la cappella Antonelli e l'annesso cimitero, e l'Istituto "Gregorio Antonelli", ma anche tutte le opere archeologiche e d'arte disseminate nei loro territori e quelle commissionate al pittore Virginio Monti, anche nel Santuario della Delibera e nella Chiesa del SS. Salvatore. Il Sofocle Lateranense, ritrovato a Terracina nelle terre degli Antonelli, oggi conservato presso i Musei Vaticani, porta ancora il loro nome.



Come ogni grande famiglia della storia, gli Antonelli sono stati tanto umani quanto divini, tanto veri quanto leggendari.


Tra fede e potere: il legame degli Antonelli con lo Stato Pontificio


L'epopea degli Antonelli non sarebbe completa, senza menzionare il legame straordinario che la famiglia ha mantenuto con lo Stato Pontificio, attraverso la figura influente del cardinale Giacomo Antonelli (1806-1876), fratello di Gregorio. Nato dalla stessa stirpe di possidenti terrieri, il cardinale Antonelli incarna la fusione unica di fede e potere che ha caratterizzato l'era d'oro dello Stato della Chiesa.


Figlio della famiglia benestante di Sonnino, Giacomo aveva abbracciato la vita ecclesiastica, con fervore, fin dalla giovane età. La sua intelligenza acuta e il suo carisma lo fecero notare presto dai suoi superiori, portandolo a scalare rapidamente le gerarchie della Chiesa.

Ma fu con l'ascesa al potere di Papa Pio IX che il cardinale Antonelli raggiunse l'apice della sua influenza: nominato Segretario di Stato della Santa Sede nel 1848, divenne il braccio destro del Papa e il principale "architetto" della politica estera dello Stato Pontificio.


La sua abilità diplomatica e il suo pragmatismo politico lo resero una figura centrale nel panorama europeo del XIX secolo, mentre lo Stato Pontificio lottava per preservare la propria indipendenza, in un'era di fermento politico e rivoluzionario.


Ma, dietro la sua maschera di ecclesiastico rispettato, i maligni raccontano che si celasse un uomo d'azione, determinato a proteggere gli interessi della Chiesa Romana a qualsiasi costo: il cardinale Antonelli si distinse per la sua abilità nel manovrare gli equilibri politici e militari, utilizzando sia la diplomazia che la forza per mantenere il Papa al sicuro dalle minacce esterne e interne. Eppure, nonostante la sua figura imponente e autoritaria, non dimenticò mai le sue radici. Mantenne un forte legame con la sua famiglia d'origine, i cui affari terreni e interessi economici spesso si confondevano con le trame della politica pontificia. La sua vicinanza con gli Antonelli di Sonnino alimentava le voci di un'oscura rete di potere e intrighi che circondava la famiglia, conferendo loro una sorta di aura di mistero e fascino.



Così, mentre lo Stato Pontificio affrontava le sfide del suo tempo, gli Antonelli continuavano a tessere la trama della loro storia, intrecciando fede e potere in un connubio indissolubile che avrebbe lasciato un'impronta indelebile nella storia di Terracina, d'Italia e oltre.


dal nostro inviato speciale durante le visite guidate dall'Archeoclub di Terracina

presso il Complesso della Chiesa del Salvatore / 4-8 marzo 2024

Alessandro Zuccato






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