Dal punto di vista della sicurezza alimentare, il consumo di carne coltivata non rappresenta un rischio per la salute umana. In Unione Europea, la carne coltivata è considerata un novel food, quindi deve sottostare a stretti controlli e normative che regolamentano l’introduzione di questi alimenti sul nostro mercato.
Per produrre la carne sintetica sono necessarie quattro fasi: l’estrazione delle cellule di partenza, la crescita e la produzione delle cellule nei bioreattori, la raccolta e, infine, la lavorazione, che porta all'alimento in sé.
In Italia risulta già obbligatorio per legge riportare gli ingredienti e la provenienza degli alimenti in etichetta, pertanto la carne coltivata potrà essere consumata da tutti coloro che, liberamente e in modo informato, decidono di acquistarla. Attualmente la carne sintetica è un prodotto che non è ancora entrato nel mercato europeo. Qualora l’Autorità Europea sulla Sicurezza Alimentare (EFSA) dovesse approvare la sicurezza della carne coltivata, questa potrà entrare nel mercato europeo e potrà essere acquistata.
La produzione di carne in laboratorio rilascia anidride carbonica nell'atmosfera e metano. Tuttavia, uno studio del 2019 ha considerato il diverso comportamento in atmosfera di metano e anidride carbonica, i gas serra più comunemente associati alla produzione di carne, e ha concluso che, in alcune circostanze, la produzione di carne sintetica associata quasi esclusivamente a emissioni di CO2 potrebbe risultare ancora più pesante, in termini climatici, di quella di carne tradizionale, che produce accanto alla CO2 anche metano e protossido di azoto (derivanti dai processi digestivi e dalla decomposizione del letame animale). Anche se il metano ha un impatto climalterante immediato molto più elevato della CO2, si dissipa nel giro di 12 anni, mentre la CO2 si accumula e permane per millenni.
Evidenti, invece, sarebbero i benefici per gli animali: tale processo potrebbe ridurre drasticamente la necessità di macellazione, perché potrebbe bastare allevare pochi animali sani, per fornire le cellule staminali necessarie. I costi di produzione della carne sintetica sono ancora alti rispetto a quelli della carne tradizionale a causa delle tecnologie utilizzate, ma con lo sviluppo si arriverà ad un compromesso anche per il prezzo. Nonostante ciò, la carne che deriva da allevamenti non intensivi, al pascolo o biologica, deve ritornare ad essere l'alimento pregiato che era in passato: consumata senza sprechi di alcuna parte dell'animale, deve essere buona e gustosa e lo sarà solo se gli animali da cui deriva vivono bene, hanno mangiato bene, hanno pascolato e sono stati ben accuditi.
E se tutto ciò nuocesse alle piccole e medie imprese agricole?
Ai posteri l'ardua sentenza ...
A cura di
Cecilia Merluzzi
Arianna Ritarossi,
Gianmarco Costanzo,
Brando Perotti,
Tancredi Cortese
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